Cercava di scappare in Bolivia, ma è stato fermato: Cesare Battisti, ex membro dei Proletari armati per il comunismo, è stato arrestato a Corumbà, alla frontiera tra Brasile e Bolivia. Fermato dalla polizia stradale federale durante un normale controllo, Battisti, sessantadue anni, è stato condannato in via definitiva in Italia all’ergastolo per quattro omicidi compiuti durante gli anni di piombo, ha ottenuto lo status di rifugiato politico in Brasile dall’ex Presidente della Repubblica Lula da Silva il 31 dicembre 2010. Si era rifugiato in Brasile nel 2007, dopo essere scappato dalla Francia, dove per oltre trent’anni aveva vissuto da uomo libero. Nel 2015 ha avuto un figlio, per i suoi avvocati il minore dipende economicamente e affettivamente da lui, il che impedisce la sua espulsione dal Brasile. Ma il presunto piano di fuga in Bolivia del rifugiato, oltre a riaccendere il dibattito anche in Italia, potrebbe costringere il Capo dello Stato Temer, che si era espresso a favore dell’estradizione in Italia, ad accelerare una decisione in merito. La difesa ha subito presentato ricorso alla Corte suprema brasiliana per cercare di ottenerne la scarcerazione immediata. “Sia restituito subito all’Italia – così Renzi su Twitter – vogliamo giustizia”, scrive.