La Fed non cambia la direzione della sua politica monetaria, ma le turbolenze nel settore bancario fanno allentare la stretta. La Banca Centrale degli Stati Uniti ha deciso un ennesimo rialzo, il nono consecutivo, dei tassi di interesse. Il mini incremento di 25 punti base porta il costo del denaro a livello più alto dal 2007 in un intervallo tra i 4% e 75% e il 5%. Un anno fa era praticamente a zero. Il comitato della Federal Reserve è ancora fortemente concentrato sui rischi che la persistente inflazione pone all'economia. Ha rivisto al ribasso le stime di crescita per quest'anno e per il prossimo, allo 0,4% e 1,2% rispettivamente e ha indicato che per tentare di invertire la curva dell'aumento dei prezzi potrebbero essere appropriati ulteriori rialzi lasciando però intendere di essere arrivato quasi al limite. La decisione presa all'unanimità è stata una delle più incerte degli ultimi anni perché le recenti crisi di alcuni istituti di credito di media grandezza sono state almeno in parte causate proprio dei riflessi sui bilanci dei continui aumenti dei tassi. Il sistema bancario è solido e resiliente, ha provato a rassicurare il Capo della Fed, ma è chiaro che l'inasprimento delle condizioni di finanziamento peserà su famiglie e imprese e in ultima istanza frenerà, non si sa quanto, la crescita. Ma senza stabilità dei prezzi, ha concluso Powell, l'economia non funziona per nessuno.