L'ordine degli eventi non sembra essere casuale, le agenzie di stampa ufficiali in Iran hanno dato notizia di un incidente all' impianto elettrico di una delle maggiori installazioni nucleari "Natanz". Accade proprio il giorno dopo l'inaugurazione avvenuta in presenza del leader Hassan Rouhani di una nuova generazione di centrifughe per arricchire l'uranio in maniera più rapida: un utilizzo proibito dai termini di quell'accordo sul nucleare siglato nel 2015 dall'Iran e parte della Comunità Internazionale ed al quale l'amministrazione Trump ha ritirato gli Stati Uniti nel 2018. Proprio nei giorni scorsi sono stati riattivati a Vienna colloqui con la mediazione Europea per tornare al tavolo della trattativa tra Teheran e Washington. L'amministrazione Biden sarebbe pronta a sollevare alcune delle sanzioni economiche imposte nel 2017 ma soltanto quando la Repubblica Islamica tornerà a rispettare il trattato: dopo la rottura dell'accordo, infatti, l'Iran ha infranto e continua infrangere in termini dell'intesa. I colloqui andranno avanti in questo clima di mistero attorno l'incidente delle ultime ore anche nei prossimi giorni. Il sito nucleare di Natanz, 200 km a sud di Teheran, a luglio era stato colpito da una misteriosa esplosione che ha danneggiato le centrifughe. Anche allora quando le Autorità iraniane parlarono di sabotaggio terroristico i sospetti di Teheran erano caduti su Israele, il rivale regionale da decenni preoccupato per l'espandersi di un programma nucleare che i vertici iraniani sostengo abbia obiettivi civili, ma che secondo il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha come fine la costruzione di un ordigno atomico. Teheran ritiene che Israele sia anche dietro l'uccisione a pochi chilometri dalla capitale a novembre di uno degli scienziati all'origine di questo programma nucleare: Mohsen Fakhrizadeh.