Se le sirene scattano nel nord di Israele il messaggio è chiaro, ad attaccare è Hezbollah. Dal sud del Libano una pioggia di missili ha colpito la Galilea e le Alture del Golan, alcuni razzi sono stati intercettati, diversi gli incendi scoppiati, poche le persone ferite. Il movimento sciita libanese alleato dell'Iran, continua così con colpi precisi e puntuali a vendicare la morte di Taleb Abdallah, il più alto esponente di Hezbollah ucciso da Israele dopo il 7 ottobre. Conosciuto da tutti come Abu Taleb, il generale è stato colpito martedì sera dai caccia israeliani mentre si trovava a Jouaiyya, un villaggio a 30 km dalla Blue Line, la linea di demarcazione che separa il sud del Libano dallo stato ebraico. Un altro assassinio mirato, messo a segno dal governo di Benjamin Netanyahu, che minaccia di aprire un nuovo potenziale fronte di guerra, se gli attacchi da parte degli uomini armati di Hassan Nasrallah non dovessero diminuire, e per ora il movimento non sembra avere nessuna intenzione di indietreggiare. Insomma il fronte è caldo e potrebbe diventarlo ancora di più se dovesse fallire l'ennesimo tentativo, mediato in primis dagli Stati Uniti, per raggiungere una tregua all'interno della Striscia di Gaza. L'unico modo, ad oggi, per provare ad allentare, a detta di Washington, anche la tensione tra Israele e Libano.