"Mosca, bersaglio nella notte di uno tra i più importanti attacchi sferrati da Kiev" dice il sindaco della città. Chiusi sino a tarda mattinata gli aeroporti, sospeso il traffico aereo, ora ripreso con regolarità. Il sistema di difesa russo ha intercettato e distrutto una decina di droni contro la capitale, mentre tre caccia ucraini sarebbero stati distrutti dalla contraerea, dicono dal Ministero della Difesa della Federazione. In tutto 45 droni intercettati e distrutti: 11 su Mosca, 23 su Bryansk, 6 su Belgorod, 3 su Kaluga e 2 nel Kursk. Ancora intensi i combattimenti nei territori russi al confine con l'Ucraina. L'avanzata è affidata ai Corpi Speciali del Novantacinquesimo Battaglione d'assalto ucraino, uomini delle unità più prestigiose dell'esercito, i marines ucraini, che hanno messo a segno nuove conquiste. Un altro pezzo della strategia dei due fronti. Kiev cede inesorabilmente terreno nel Donbass e nel Donetsk e dopo quelle di Pokrovsk sarebbero pronte anche le evacuazioni di Summy. La rivalsa invece è sui territori russi del Kursk: 92 i distretti conquistati per oltre 1.200 chilometri di territorio in mano agli ucraini. Un bottino che pareggia un po' i conti negli animi e nelle strategie, rafforza Kiev al tavolo di una possibile trattativa. Ma dalla Russia arriva un secco "no" ai negoziati. "Dopo l'attacco su Kursk la Russia non tratterà con Kiev finché il nemico non sarà completamente sconfitto" dice lapidario il vicepresidente del consiglio di sicurezza Medvedev. Atteso nelle prossime ore in Ucraina il premier indiano Narendra Modi. È atterrato oggi in Polonia. A Kiev per la prima volta dall'inizio del mandato Modi dovrà far dimenticare l'amichevole abbraccio con Putin di qualche settimana fa.