"Penso a una medaglia. Non c'è cosa più bella che portare a casa una medaglia sicuramente." Da voce così ai suoi sogni Alessandro Mazzara. A soli vent'anni, dopo aver rappresentato l'Italia al debutto olimpico dello skateboard a Tokyo, ci riprova a Parigi alla ricerca di una medaglia che rappresenterebbe il punto di arrivo di un percorso iniziato quando era solo un bambino. "Mi sono avvicinato allo skateboard molto giovane, avevo 6 anni, totalmente diciamo a caso. Mio padre ha portato me e mio fratello allo skatepark vicino casa e poi da lì non ho più smesso. Passione, amore a prima vista. Lo skateboard sicuramente riuniva me e mio fratello molto, quindi passavamo molte ore insieme. Mio padre e poi tutti ragazzi che c'erano nello skatepark vicino casa a Cinecittà, ogni giorno passavamo delle ore all'aria aperta che quando sei piccolo non c'è cosa più bella." Prima la pressione certo, poi la consapevolezza che l'impegno e il talento potessero portare ad altro. "Ho cominciato a pensare che lo skate potesse essere qualcosa di più e non solo una passione quando appunto è entrato alle Olimpiadi e io ero molto piccolo. Quando ho saputo la notizia forse avevo 14 anni, quindi ancora non mi rendevo realmente conto. Sapevo la parola Olimpiade, fosse una cosa gigante però non così tanto. Adesso poi oltre a essere la mia passione, come lo è sempre stato, è anche il mio lavoro e quello che mi rende impegnato ogni giorno." Un impegno che qui a Parigi può trasformarsi in un sogno senza tradire lo spirito di quei pomeriggi trascorsi allo skatepark di Cinecittà. "Lo prendevo come un gioco e per me è la cosa più più bella del mondo.".