Summit Italia Africa, Mali Niger e Burkina via da Ecowas

29 gen 2024
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Il gesto in sé è solo l'ufficializzazione di un dato di fatto: Burkina Faso, Mali e Niger sono usciti dall'ECOWAS con un comunicato congiunto, ma si tratta in buona sostanza di un divorzio consensuale. I tre stati del Sahel, infatti, erano già stati sanzionati dall'Unione economica dell'Africa Occidentale dopo i colpi di Stato che hanno portato al potere le giunte militari e soprattutto, erano già stati sospesi dell'organismo. Il punto però è un altro, naturalmente, del segnale di un cambiamento radicale degli equilibri continentali e non solo; è la certificazione dello smottamento che ha portato alla destabilizzazione dell'area subsahariana che per molti anni ha costituito un punto strategico per il controllo dell'Africa. Ma anche in una logica tutta europea, un bacino di contenimento per i flussi migratori che attraversano tutti e tre paesi, paesi dove la presenza occidentale era massiccia e dove gli accordi con i governi locali avevano costituito, se non un freno, una sorta di valvola che regolava le rotte. Per questo, i colpi di Stato che invece hanno interessato i tre paesi hanno un potenziale effetto destabilizzante incalcolabile, almeno per l'Occidente, perché oggi quello spazio che un tempo era occupato dagli ex colonizzatori, ora è stato colmato da altri protagonisti della scena internazionale: Russia e Cina. L'interesse di Mosca per il continente nero è relativamente recente ed è più concentrato sull'aspetto militare; prima con la Wagner, ora direttamente l'esercito ufficiale, gli Africans Corpus. Un centinaio di soldati sono stati dislocati in Burkina Faso mentre, il loro ruolo in Mali in sostituzione dei militari francesi, è acclarato da tempo. Quanto al legame con il Sudan, risale ai tempi della crisi del Darfur. Come dimenticare poi, la stretta alleanza tra Mosca e il generale Khalifa Haftar in Libia. Pechino invece, nel silenzio, nel colpevole disinteresse di Europa e Stati Uniti, ha lentamente conquistato un ruolo indiscusso di burattinaio economico di tutto il continente: è il principale creditore bilaterale in Africa, ma soprattutto, ha diversificato i suoi interessi e sta dirottando le sue attenzioni sul gas e l'estrazione di minerali, le risorse di maggiore interesse a livello globale.

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