É muro contro muro. Da un lato il regime colpisce duro dall'altro l'opposizione risponde con ostinazione in un crescendo che sembra avere poche possibilità di esiti positivi. L'ultima offensiva del Presidente Erdogan al centro delle proteste a seguito dell'arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, è diretta ai mezzi di informazione. Mark Bowen, inviato dalla BBC a coprire le proteste che dal 19 marzo sembrano inarrestabili, è stato espulso dopo un fermo di 17 ore con l'accusa di essere una minaccia all'ordine pubblico e di avere solidarizzato con i manifestanti. E' solo l'ultimo colpo di una escalation che ha visto prima l'arresto in casa di tre reporter, tra cui un collaboratore di France Press, poi rilasciati, poi con la chiusura temporanea di due televisioni vicine all'opposizione. Nonostante ciò le proteste non si fermano e gli studenti fin dall'inizio in prima linea nel manifestare e presidiare il municipio, hanno spostato le loro iniziative in altre località della città sul Bosforo. Le ultime in ordine di tempo nel centro commerciale Cevahir nel quartiere centrale di ..., poco distante da Taksim Square, il centro pulsante della città. Anche qui la Polizia è intervenuta col pugno di ferro compiendo decine di arresti, tutto documentato dalle immagini diffuse dai social, che denunciano i modi sempre più brutali delle Forze dell'Ordine. Un sospetto però si sta insinuando soprattutto tra i giovani e gli studenti, e cioè che l'opposizione istituzionale, il Chp di Imamoglu, si stia ammorbidendo. Il segnale è l'abbandono del presidio di fronte al municipio e l'aver scelto Maltepe, nella zona asiatica della città, come luogo del raduno di sabato, un raduno cui tutti guardano con preoccupazione, ma che, proprio per la sua nuova location, sembra aver perso quell'aura di minaccia e di sfida definitiva. Qualunque previsione ad oggi è comunque aleatoria. In questo clima l'atmosfera che si respira a Istanbul è come se fosse calata una vera e propria cappa. Piazza Taksim, che vedete alle mie spalle, è completamente chiusa, la metro è sigillata e la stampa internazionale che finora aveva vissuto in una sorta di bolla di protezione, adesso guarda con preoccupazione agli ultimi sviluppi. .