Ucraina, la calma di Kharkiv città semideserta

28 mag 2022
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Kharkiv è calma, semideserta e giustamente non si fida. La calma di questa città assomiglia alla quiete dopo la tempesta, dopo una tempesta di missili e bombe. Il silenzio, adesso, è frutto del vuoto. I negozi sono ancora tutti chiusi, le vetrine sbarrate da pannelli di compensato, musei e teatri non hanno riaperto, i sacchi di sabbia sono ancora a protezione dei palazzi. Tutti i quartieri sono stati colpiti, dal centro alla periferia. Il Palazzo della Regione sventrato da una raffica di missili cruise il primo marzo, è senza dubbio il simbolo di quanto sarà difficile ricostruire l'economia di questa città. Ci vorranno anni a ripararlo. Intere sezioni sono crollate, non c'è una singola stanza che si sia salvata da una distruzione strutturale. Gli operai lavorano a ripulire, ma pensarlo agibile e operativo, è una chimera. "Questo è il guardaroba delle persone che quella mattina erano venute qua in visita al Palazzo dell'Amministrazione Regionale." Kharkiv è la più grande città del Paese a portare così evidenti i segni brutali della guerra. Eppure, per chi è rimasto sempre qui, anche sotto le bombe, adesso la vita è ricominciata. Sarà anche così, ma quando scende la notte dopo il coprifuoco, che scatta alle 9:00, la città si spegne. Non c'è alcuna illuminazione per non dare riferimento ai russi. Questo è il nostro albergo in centro, rimasto intatto ma semichiuso. Porte sbarrate, si entra solo dal garage che è anche il rifugio. Si mangia nei sotterranei, l'enorme androne è buio e silenzioso. Tutte queste precauzioni non arrivano a caso. Perché in un tranquillo pomeriggio infrasettimanale, quando ormai il pericolo sembrava finito, la città viene scossa da una serie di esplosioni in diversi quartieri: 9 morti e 17 feriti in pochi minuti, tutti civili. 2 colpi di artiglieria cadono sul piazzale davanti a una stazione della metro. I detriti hanno ucciso sul colpo un anziano che stava entrando nella metropolitana e un uomo che passava davanti alla vetrina distrutta di questo negozio. Diversi i feriti che si rifugiano nei sotterranei. Li vediamo uscire claudicanti, alcuni hanno lasciato lunghe strisce di sangue al loro passaggio. Per questo Kharkiv ancora non vede tornare i propri abitanti. I russi possono ancora colpire la città, che però sembra quasi essersi abituata a questo clima da assedio e coprifuoco. Piano piano, le persone spaventate riprendono il loro cammino. Di sopra, le ambulanze subito accorse, portano via i cadaveri e i militari fanno i rilievi del caso. L'addetta alle pulizie della metro, lava via il sangue dal pavimento. Si va avanti nonostante la paura, sperando di non essere i prossimi bersagli.

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