"L'assistenza della NATO all'Ucraina complica la situazione, ma questo non influisce in alcun modo sui nostri obiettivi. L'operazione continua e sarà portata a termine." Con la tipica fermezza di un invasore, ma con un'inedita ammissione di difficoltà, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiorna su quella che Mosca continua a definire "operazione speciale" e lo fa sottolineando la forza dello Stato che rappresenta, inscalfibile e deciso. Mentre sul campo l'esercito di Mosca continua a lanciare missili sui territori dell'intero Paese, nonostante l'ennesima promessa di Putin, che ad Astana aveva detto: "Fermeremo gli attacchi massicci." Promessa tradita. Un allarme aereo infatti è stato diramato in tutte le regioni ucraine, dove i raid sono durati per più di un'ora, obbligando i cittadini a nascondersi nei rifugi. Intanto, il Ministero della Difesa russo, ha annunciato la distruzione di 3 posti di comando e 5 depositi di munizioni delle forze ucraine. Da Nikopol, a Donetsk, a Zaporizhzhia, le bombe di Mosca continuano a distruggere palazzi e a fare vittime. Dal canto suo, però, Kiev non si arrende, resiste e contrattacca. Le forze armate ucraine si preparano, infatti, a liberare proprio la zona occupata nella regione di Zaporizhzhia, una delle 4 annesse dalla Russia dopo i referendum del mese scorso. Intanto Kiev ha annunciato una taglia di 100mila dollari per la cattura di Igor Girkin, l'ex-Ministro della Difesa dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, accusato dalla Procura, di tortura, omicidio, attività terroristica e violazione della sovranità statale. Il tutto mentre la popolazione, alle porte dell'inverno, cerca nuovi modi per sopravvivere: senza elettricità, senza lavoro e senza prospettive.