La Guida: Confindustria e Governo, rapporto difficile

05 dic 2022
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Proviamo a guardare come questo Governo di destra o di centro-destra ha approcciato il mondo del lavoro, almeno in queste prime settimane di vita. L'idea sembrerebbe di trattare chi domanda lavoro e chi lo offre come un'unica grande categoria, quella dei produttori, un'idea non nuova, che se oggi rivelasse gambe forti, ci porterebbe una teoria e una pratica delle relazioni industriali molto diversa, non più immerse nella contrapposizione tra capitale e lavoro, tra Confindustria e sindacati, per farla semplice, ma una specie particolare di riunioni di condominio dove si discutono punti di vista differenti su come gestire un bene comune, in questo caso la produzione di beni di reddito di benessere. Il fatto è che questa visione che qualche decennio fa sembrava l'uovo di Colombo, alternativo a capitalismo e socialismo, oggi in Italia sembra mettere d'accordo imprenditori e lavoratori su una cosa sola, parlare male del Governo e della sua prima legge di bilancio. E se era prevedibile, anche se non scontato, che in questa pratica la parte più a sinistra del sindacato trovasse convergenze rapide con l'attuale campione del progressismo italico, Giuseppe Conte, piuttosto sorprendente oggi appare la piega che sta prendendo il rapporto tra Governo e Confindustria. Chi pensava che Meloni e Bonomi rinnovassero l'identità di vedute, che fu quella tra Berlusconi ed Amato ha sbagliato di grosso. Meloni non può dire "sono una di voi" come usava fare il cavaliere e probabilmente se ne vanterà pure nei suoi appunti di Giorgia uno di questi giorni, però l'appoggio degli industriali, una loro apertura di credito le interessa eccome. Dall'altra parte avere un premier che dicesse testuale, che chi produce non va disturbato, doveva essere un sogno per gli industriali italiani. E' diventato realtà nelle parole di Meloni, eppure non basta. La manovra non ha visione, dice Bonomi, la più generica e la più distruttiva delle accuse. La destra non basta più agli industriali e ovviamente continua a non piacere al sindacato perché, dice Landini, odia i poveri. Il Governo ama invece dichiaratamente i produttori, ma i produttori non lo amano, e cominciano pure a sparlare tra loro del Governo. La situazione almeno per ora è questa. La guida sarà aggiornata nelle prossime ore. A presto.

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