Si rivolge alla platea a cui più tiene a cuore Sergio Mattarella, quella dei giovani. Centinaia ad ascoltarlo. L'occasione arriva dalla cerimonia per i 25 anni dell'osservatorio permanente giovani editori presieduto da Andrea Ceccherini. Il Capo dello Stato si sottopone alle domande degli studenti una dopo l'altra tutte sui temi più sentiti al tempo stesso più attuali del dibattito sociale e politico. E qui seppur in forma di risposte puntuali il Presidente rappresenta quello che è il quadro delle istituzioni repubblicane la cornice costituzionale entro la quale il paese ed i suoi organismi devono funzionare. Ho promulgato Leggi e Decreti che ritengo sbagliati che non condivido ma che il dovere imponeva perché la democrazia ricorda ancora vive di regole che non devono essere violate. E appunto, il potere di non firmare si limita ai soli evidenti e lo sottolinea profili di incostituzionalità. Arbitro e a volte anche meccanico che deve rimettere in funzione un sistema che si inceppa. "Ciascun potere dello Stato e ciascun organo dello Stato deve sapere che ha dei limiti che deve rispettare perché i poteri dello Stato, le funzioni dei vari organi nello Stato non sono fortilizi contrapposti che cercano di strappare territorio gli uni agli altri". Un richiamo all'unità che non è non vuol dire antitesi della dialettica politica ma è il quadro in cui questo confronto, pur nella contrapposizione si articola: una cornice di unità di interesse generale quello a cui tendere tutti insieme, collaborando. Anche da qui parte il ruolo del presidente che comporta una imparzialità anche con richiami indispensabili all'unità appunto e alla coesione, interesse generale. Invita i giovani a partecipare, l'astensionismo è un segnale allarmante come la mancata informazione di fronte a una tecnologia digitale galoppante a web che rischia di intrappolare chi ci si affida. Non lo si consideri come un medico di fiducia, il pensiero qui va agli ultimi tragici fatti di cronaca. E ancora: il rischio per la democrazia derivante da una gestione non adeguata di questi sistemi anche qui il pensiero va alle ultime polemiche. "Indispensabile assicurare che i livelli di democraticità che i nostri ordinamenti hanno raggiunto non vengano messi in discussione non dico azzerati, ma ridotti da strumenti tecnologici che non si governano in maniera adeguata". Insomma, elogio dell'informazione e della conoscenza, elogio e invito al tempo stesso. Innanzitutto ai giovani, come antidoto alle trappole mediatiche.