Sciopero, precettazione e scontro. È una sequenza ormai consueta visti i rapporti tesi tra i sindacati e Matteo Salvini. Il Ministro dei Trasporti ha firmato la precettazione dopo che CGIL e UIL avevano confermato lo sciopero generale del 29 novembre. Esiste il diritto allo sciopero, dice il ministro, ma anche quello ai trasporti e al lavoro del resto dei cittadini. "Per evitare agli italiani l'ennesimo venerdì di caos ho deciso di intervenire direttamente riducendo a 4 ore lo sciopero indetto da alcuni sindacati per venerdì. Landini dice che sto limitando il diritto di sciopero? In due anni e poco più di governo 949 scioperi effettuati in Italia. Quindi Diritto allo sciopero sì, ma anche diritto al lavoro per la stragrande maggioranza degli italiani. È l'impegno che mi sono preso". CGIL e UIL però non si arrendono e annunciano l'impugnazione del provvedimento ministeriale ed il ricorso alla magistratura. "Salvini anziché preoccuparsi di fare un messaggio al giorno sullo sciopero, dovrebbe, ogni giorno, spiegare che cosa ha fatto per il trasporto pubblico locale. Per le condizioni dei mezzi pubblici a Roma. Voi vivete Roma credo che sarete tutti soddisfattissimi dei mezzi pubblici a Roma. Che cosa ha fatto per far arrivare i treni in orario? E Salvini non è uno che passa per caso, c'era anche nel precedente governo, quindi ha una storia da questo punto di vista". Altro fronte caldo per il governo è quello bancario. L'iniziativa di Unicredit su BPM ha provocato la reazione, soprattutto, della Lega. Ma anche stavolta è Forza Italia a fare da controcanto. Per il segretario e vicepremier Antonio Tajani la politica non deve immischiarsi in queste vicende. L'ho detto anche per quanto riguarda la Germania, sottolinea, se una banca italiana acquista le quote di una tedesca fa parte delle regole del mercato europeo. Scintille, vere tra alleati, come quelle sugli emendamenti alla manovra e sul decreto fisco con il taglio del canone RAI. Battaglia portata avanti dalla Lega sulla quale potrebbe convergere Fratelli d'Italia ma a cui si oppone Forza Italia.