I piani di evacuazione in caso di eruzione nei Campi Flegrei

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4 ore fa

Le zone dei Campi Flegrei sono condizionate, da sempre caratterizzate da sempre, da fenomeni vulcanici e anche di bradisismo, quindi dell'innalzamento del livello del terreno, quasi più di un metro ormai negli ultimi anni. Esistono dei piani di evacuazione nel caso remoto, ma ovviamente possibile, di una eruzione di media entità. Così la definisce la Protezione civile. Quella che stiamo vedendo è la zona rossa, quella che dovrebbe essere immediatamente evacuata, ci vive oggi mezzo milione di abitanti, perché potrebbe essere colpita da colate di lava, appunto, dai crateri. È qui che si trovano, appunto, la maggior parte dei crateri. Andrebbe evacuata entro 72 ore, immediatamente, perché è estremamente a rischio, nel caso, appunto, remoto ma possibile di un'eruzione di cui insomma queste scosse potrebbero essere premonitrici in qualche modo. Zona gialla, invece, è un'area più grande, che comprende 24 quartieri del Comune di Napoli e altri comuni. 800mila abitanti, questa andrebbe parzialmente evacuata perché sarebbe a rischio per le colate di cenere che potrebbero cadere su queste zone. Ma dove andrebbero queste persone? Questi sono i gemellaggi che vediamo. Quindi i luoghi dove, qua vediamo alcuni comuni e quartieri di Napoli, le persone si dirigerebbero, gli evacuati si dirigerebbero, ma sarebbe ovviamente un'operazione molto complicata per la Protezione Civile. Uno sforzo immane che oggi, insomma, non sempre viene ritenuto credibile. Anche perché manca spesso la consapevolezza e l'informazione prima di tutto dei residenti. Vediamo com'era andata l'esercitazione a Pozzuoli nel 2019. 500 iscritti, 200 presenti su 80mila residenti. Nel 2024 andò un po' meglio con 1.500 partecipanti. Ma certo, insomma, un numero che impallidisce rispetto all'1,3 milioni di residenti in quella zona. Tanto che l'anno scorso il governo, con Nello Musumeci ministro per la Protezione Civile aveva, insomma in qualche modo fatto capire che forse in quell'area non bisognerebbe neanche viverci, se uno potesse insomma scegliere. Chi ha scelto di vivere lì sapeva che era un'area difficile che presenta rischi. Ovviamente bisogna confrontarsi con la realtà e col fatto che lì ci vive più di un milione di persone, da sempre. E inoltre, insomma, la popolazione in realtà è in crescita. Questa è la popolazione nella zona rossa. 1982, 210mila abitanti, oggi sono 337mila escluso Napoli. Quindi c'è stato un aumento demografico in quelle zone che sono anche, insomma operaie e periferiche. E insomma quindi evidentemente queste persone, nel caso remoto ma possibile di un'eruzione, andrebbero portate in salvo. È un'area, come anche altre in Italia, tra l'altro caratterizzate da abusivismo e non si riescono neanche ad abbattere le case che le ordinanze prevedono di demolire. Su 16mila ordinanze ne sono state eseguite sostanzialmente poco più del 10%.