"Un gigantesco mercato di informazioni riservate". È così che Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia, definisce il calderone scoperchiato grazie all’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano in collaborazione con quella Nazionale, su migliaia di accessi abusivi a banche dati strategiche nazionali, che avrebbero dovuto essere, in teoria, blindate. Lo SDI delle forze di polizia, ad esempio, dove si trova la storia penale degli italiani; Serpico, con i dati dei contribuenti; l’INPS, con le informazioni previdenziali; l’ANPR, l’anagrafe del Ministero dell’Interno che custodisce le informazioni delle pubbliche amministrazioni. Una sterminata raccolta di dati riservati, conti correnti, situazioni patrimoniali, analisi fiscali, condizioni sanitarie, precedenti penali. Profilazione, dossieraggio su diversi bersagli, legati soprattutto al mondo finanziario ed economico e persino istituzionale al più alto livello, se è vero che come pare emergere da intercettazioni, anche un indirizzo mail del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarebbe stato clonato o utilizzato abusivamente. Soldi in cambio di informazioni. Un giro di affari di centinaia di migliaia di euro che vede il suo fulcro nella Equalize, la società di investigazione, ora sotto sequestro, di Enrico Pazzali, amministratore delegato della Fondazione Fiera Milano. Finito ai domiciliari insieme con l’ex super poliziotto Carmine Gallo e altri titolari o soci di aziende specializzate nella sicurezza e nell'informatica. Ma tra le decine di indagati oltre ad esperti informatici e uomini in divisa, ci sono anche professionisti, manager d’impresa, imprenditori come Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei figli del fondatore di Luxottica o il banchiere Matteo Arpe, che di quei report “esfiltrati”, di quelle informazioni riservate, in qualche modo, beneficiavano.