102, 103, 104, le formule per sbrogliare la matassa delle pensioni sono ancora lì tutte sul tavolo. Ma a poche ore dal Consiglio dei Ministri, che deve varare la legge di bilancio, le certezze sono poche. E sono che il Governo Draghi vuol tornare, nel corso dei prossimi anni, gradualmente, alla Fornero, ossia a 67 anni come età pensionabile. Il 31 dicembre, infatti, finisce la possibilità di sfruttare l'anticipo, varato dal Governo Conte 2, che permette l'uscita dal lavoro a 62 anni, con almeno 38 di contributi. La famosa quota 100. E se non si interviene serviranno fino a 5 anni in più per prendere l'assegno. Occorre quindi un percorso progressivo, la proposta del Governo, nell'ultima cabina di regia, è di quota 102 soltanto per un anno, il 2022, più un fondo per traghettare i lavoratori penalizzati dai nuovi requisiti. I sindacati hanno finora bocciato formule che, nei loro calcoli, riguarderebbero pochissimi lavoratori, circa 10 mila, costringendo la gran parte a scaloni considerati inaccettabili. E nella maggioranza è la Lega, da sempre critica della normativa varata dal governo Monti, a proporsi come intermediaria. L'ultima proposta del Carroccio è un 41 quota fissa, ossia 41 anni di contributi da abbinare poi via via all'età, 62 anni per l'anno prossimo, quindi quota 103, 63 anni per li 2023, si passerebbe quindi a quota 104 e così via. Scende nell'arena anche Grillo, il fondatore del Movimento 5 Stelle, che propone il riscatto gratuito degli anni di laurea per avvicinare quanto più possibile alla pensione. E mentre Confindustria, col vice presidente Maurizio Stirpe, ribadisce il no alle quote, "si amplino le esenzioni ma la Fornero resti" riassume, i sindacati minacciano lo sciopero, chiedendo in primis di ridiscutere l'età di pensionamento, i 67 anni, e più flessibilità nei modi per arrivarci. 102, 103, 104, le formule sono tante, il tempo sempre di meno.