Paradosso numero uno: La Sicilia è la regione italiana con più sole ma è appena sesta per produzione di energia fotovoltaica. Paradosso numero due: In Sicilia ci sono centinaia di richieste per installare pannelli solari, c'è una delle più grandi fabbriche europee per produrli ma la regione minaccia di bloccare le pratiche se non ci saranno compensazioni. Non chiede soldi sonanti ma che, ospitano gli impianti, si tagli la bolletta ai siciliani. Le rivendicazioni del governatore Renato Schifani, Forza Italia, creano attriti nella maggioranza di centrodestra del governo, perplessità fra gli imprenditori e una certa incertezza tra chi ha progettato di affittare o vendere il suo pezzo di terra per mettere i pannelli. Non solo, si rischia di mettere in crisi l'obiettivo sancito dai piani europei di avere nel 2030 il 45% dell'energia da fonti rinnovabili. Nonché il taglio del 55% delle emissioni. Da questo punto di vista la regione più a sud d'Italia può diventare uno dei motori del nostro paese. I progetti in attesa del via libera potenzialmente valgono circa 36 gigawatt, il 40% in più del fotovoltaico generato adesso in tutta la penisola. Il governo di Palermo sostiene però che i pannelli danneggiano il paesaggio e reclama un tornaconto. Anche perché il fotovoltaico non porterebbe lavoro in Sicilia. Ma lo Svimez stima migliaia di occupati e l'energia sfornata in Trinacria non rimarrebbe tutta lì. L'elettricità viaggia sui cavi, un pò come il gas sui tubi. Per il metano, importato dall'Algeria vent'anni fa, l'isola impose una tassa per risarcire il passaggio delle condotte. Qualche tempo dopo Bruxelles la bocciò.