Ricchi al nord. Ancora troppo poveri al sud. La fotografia delle differenze economiche della penisola scattata dall’Istat non regala grosse sorprese. Nel 2015 il PIL, il reddito disponibile e i consumi per abitante sono stati più elevati nel nordovest, mentre il Mezzogiorno ha continuato ad arrancare. In termini di ricchezza prodotta pro capite, infatti, il divario nord-sud è stato pari a oltre il 44 per cento, come se ogni abitante del nordovest valesse 33.400 euro contro i 32.300 di uno del nordest, i 29.300 del centro e gli appena 17.800 di uno del Mezzogiorno. Anche per quanto riguarda il reddito disponibile, il nordovest detta il passo con una media di poco superiore ai 21.000 euro l’anno, mentre è stata di soli 13.000 al sud. A Bolzano, in particolare, nel 2015 si è guadagnato praticamente il doppio che in Calabria, quasi 24.000 euro contro poco più di 12.000. Di conseguenza, ha seguito la stessa dinamica territoriale pure la spesa delle famiglie: 19.400 euro nel nordovest, 12.700 al Mezzogiorno. In un quadro economico ancora segnato dalla crisi, l’unico aspetto positivo per il sud Italia è la tendenza più recente. È, infatti, l’area del Paese che su base annua ha avuto il maggiore incremento della ricchezza prodotta. Anche per quanto riguarda la creazione di lavoro, almeno nel 2015, il Mezzogiorno ha fatto meglio del resto della penisola: +1,5 per cento, oltre il doppio del centro.