Meglio tanti Real vs Liverpool e lunghi gironi che un Real vs Ludogorets con rischio di eliminazione. Un rimpallo sfortunato al novantesimo può mandare in fumo decine di milioni di euro. Il gotha del calcio europeo che si auto sceglie punta a tre obiettivi: una torta più grande, grazie a un cartellone di gare solo tra squadre con milioni di tifosi e quindi più appetibile, questo ragionamento per TV e sponsor, gestite direttamente dai club senza intermediazione delle Federazioni come la Uefa, che per missione tendono a redistribuire in parte verso i club più piccoli, e divisa tra un numero minore di soci esclusivi, così da massimizzare i profitti. Sullo sfondo il vero nodo mai risolto della convivenza tra sport e business: la certezza dei soldi. Superare l'instabilità dell'attuale modello economico è infatti la formula usata dai 12 club fondatrori. La programmabilità del business contro l'incertezza dei risultati sportivi, sempre più insostenibile in tempi di crisi da Covid. L'ultimo anno ha fatto esplodere i conti di tutte le big, molte delle quali gravate da centinaia di milioni di debiti, non più sostenibili senza adeguati incassi. Da qui l'accelerazione di un progetto che covava da anni, sul modello di uno sport made in USA, dove lo spettacolo è quasi più importante dei risultati. La NFL, il campionato di football americano, funziona così e incassa 7 miliardi l'anno contro i 3 della Champions. Modello USA portato in Europa dai proprietari di 3 grandi club inglesi: Liverpool, Manchester United e Arsenal, non a caso americani. E non è un caso nemmeno il coinvolgimento nell'investimento iniziale della banca d'affari Jp Morgan, americana. Meglio tante partite garantite, sarebbero 18 contro le 6 dell'attuale Champions. Meglio tante volte Real vs Liverpool, insomma, con tante stelle in campo e possibilmente senza patemi di eliminazione.