L'arbitro, se vogliamo utilizzare un linguaggio del settore, non ha ancora fischiato la fine della partita. "Il governo lo ha detto attraverso le parole del ministro Fitto, è impegnato al massimo su questo fronte. E noi vogliamo credere al governo". Dopo l'incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro per gli affari europei e il Sindaco di Firenze, una nota di Palazzo Chigi specifica che sono stati trovati elementi utili per superare le criticità sollevate dall'Europa sul nuovo Bosco dello sport veneziano e lo stadio di Firenze. Per l'Italia sono opere di rigenerazione e appartengono ai piani urbani integrati, approvati nell'aprile del 2022, e legati ai territori vulnerabili. È quindi ammissibile, con questa missione, il finanziamento ad uno stadio in un quartiere residenziale. Nel caso del Franchi 125 milioni il comune li prende comunque da un altro fondo di risorse statali, il Piano Nazionale Complementare, mentre 55 milioni, poi saliti a 70 a seguito del caro prezzi, sono stati richiesti con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Franchi è l'unico stadio di una grande città ad essere rifatto con soldi pubblici ma è anche vincolato dei beni culturali. Questo significa che buttarlo giù e ricostruirlo daccapo, come avrebbe voluto il patron della Fiorentina Commisso, semplicemente non si può. Intervento poi, dicono dal comune di Firenze, non riguarda solo strettamente lo stadio ma servirà a costruire un polo sportivo e un centro culturale. Basterà questo a convincere la Commissione? Sembra abbastanza evidente che in qualche modo, magari attingendo da altre risorse, Firenze avrà il suo nuovo stadio rigenerato. Non è invece chiara la fine dei 55 milioni, comunque legati al PNRR, e sui quali l'ultima parola spetta a Bruxelles.