Arriverà a Bruxelles in extremis il 30 aprile il documento col quale l'Italia spiegherà come intende spendere i quasi 200 miliardi di aiuti europei contro la crisi innescata dal Covid. Soldi che ha spiegato il Premier Mario Draghi saranno gestiti da una struttura centrale che farà capo al Governo, questa regia politica controllerà l'attuazione dei vari progetti e la spesa dei fondi. Spetterà in pratica a Palazzo Chigi ottenere i finanziamenti dall'Europa per poi girarli a Regioni e Comuni e agli altri Enti che apriranno i cantieri, e anche l'avanzamento dei lavori sarà tenuto sotto osservazione. Un'operazione non certo semplice in ballo c'è una montagna di quattrini che ha incalzato Draghi bisogna spendere bene senza sprechi e che dovrà passare tra le maglie di comitati e verifiche incrociate con la necessità più volte evocata di semplificare le procedure e non perdere tempo, tempo che ormai è agli sgoccioli ma sui progetti non c'è ancora completo accordo. Draghi ha spiegato che ci sarà l'Alta Velocità al Sud soldi per gli asili nido per le case popolari per il rilancio del Turismo. La maggior parte delle risorse andranno al digitale e all'ambiente ma il Ragioniere Generale dello Stato Biagio Mazzotta ha spiegato che la scrematura non è finita. "Le richieste dei nuovi Ministri sono sono state superiori rispetto a quelle che erano quelle che erano state previste nelle linee guida, quindi ci sono al momento anche troppi soldi devo dire, le richieste sono superiori di almeno 30 miliardi rispetto a quello che è il plafond disponibile quindi bisognerà fare una scelta." Il numero uno dell'Istituto che controlla i conti dello Stato, ha poi aggiunto che la Commissione Europea sta spingendo molto sulle riforme, da quella dell'Amministrazione Pubblica a quella della Giustizia passando dal Fisco alla Concorrenza, riforme chieste da anni e che ora sono il presupposto per avere il via libera ai miliardi per la ripresa.