È stato per giorni l'oggetto del contendere il rifinanziamento del superbonus al 110% per le ristrutturazioni edilizie, cioè lo sconto fiscale per chi ristruttura casa migliorandone l'efficienza energetica che ripaga di tutte le spese sostenute e offre anche qualcosa in più. Per molti la speranza era blindare la proroga dello sconto fiscale fino al 2023, oggi arriva invece fino al 2022, nel Recovery Plan da inviare a Bruxelles entro venerdì. La coperta, però, nonostante i più di 204 miliardi europei è troppo corta e il compromesso si è trovato sull'impegno del Ministro dell'Economia Daniele Franco di rifinanziare la misura nella legge di bilancio di fine anno, con soldi italiani. Il Governo ha infatti deciso di promuovere altre priorità nel Recovery Plan e non ha aumentato la quota di risorse per il superbonus al 110% rispetto al primo Pnrr di Giuseppe Conte e dunque per comprendere se la misura varrà anche per il 2023 bisognerà attendere ancora qualche mese. E non è questione da poco. Il superbonus ha infatti bisogno di tempo per mostrare i suoi effetti sia perché la decisione di ristrutturare casa e già di per sé impegnativa e poi perché bisogna attendere le autorizzazioni, trovare l'accordo tra condomini e il tempo dei lavori. Un anno in più quindi può essere efficace per rilanciare lo sconto fiscale. Fino a un mese fa erano state riconosciute in detrazione circa 800 milioni di euro, vale a dire poco più del 10% dell'obiettivo del Governo tra il 2020 e quest'anno. Le difficoltà burocratiche per accedere allo sconto infatti non sono poche. Lo ha ammesso lo stesso Draghi in Parlamento annunciando che su questo saranno introdotte delle semplificazioni in un decreto che il Governo vuole varare a maggio. Tra le novità ventilate la possibilità di accedere al superbonus anche per chi ha domande di condono in corso.